Il correttore

Quando muore qualcuno mi arrabbio tantissimo con il morto di turno perché non ci pensa a me che resto sola e triste. Devo nascondere il dolore e coprire le occhiaie con tonnellate di correttore super waterproof nature di una marca che non posso dire perché non si può fare pubblicità ma tanto avete capito tutte quale intendo. Io sono una ragazza che nasconde sempre il dolore perché lo sanno anche le meno esperte che la sofferenza rende brutte, invecchia e fa venire le rughe e pure i capelli bianchi. Ci sto scrivendo un articolo su questo. Non sono di certo disposta a diventare brutta e vecchia per uno che decide di morire senza pensare a me che resto di conseguenza sola e triste! Bisogna farsi rispettare, lo dico sempre. Da qualche mese ho deciso di seguire anch’io i miei consigli e mi è cambiata la vita. Ho iniziato anche a fare una terapia e, ragazze, dovrebbero farla tutte. Ma torniamo alla storia. Per lui uno sforzo devo farlo, anche se sono incazzatissima, dopo tutto quello che ha fatto per me. Era il mio consulente d’immagine, non sono mai uscita di casa senza le sue dritte… Ora che non c’è più sono abbandonata a me stessa, mi obbliga a uscire impreparata per andare al suo funerale e a indossare il nero che non è vero che fa sembrare magre e poi io non ne ho bisogno. Il problema è che senza di lui non so nemmeno cosa mettermi. Crisi totale, sono nel pallone. Tiro fuori tutto dall’armadio (davvero tutto!), non ho mai niente da mettere. Se non fosse per la mia BF che mi salva sempre all’ultimo arriverei in ritardo. Sceglie lei per me, io mi fido. La fiducia è la base dei rapporti umani, se non ti fidi non prendi neanche l’autobus. Io un autobus non lo prenderei mai, ovvio, ma era un discorso teorico. Tubino nero classico perfetto perle bianche vere originali della nonna, eredità. Un’altra che di me se n’è fregata. Tacco medio-basso, capelli con le beach waves raccolti in un morbido chignon, trucco che sembra leggero ma non lo è, è come con i siliconi che attraverso un filtro nascondono i danni, ma è tutta finzione: sotto gli strati chimici, il film protettivo, la guaina magica c’è il degrado. Odio i funerali anche perché si fanno in chiesa e le chiese sanno di incenso e impregnano abiti e chioma di un odore da casa vecchia. Spruzzo nell’aria il profumo e corro leggiadra nella nuvola di…ah, no, marca: scusate. Si mette così, guai a spruzzarlo direttamente sulla pelle o, ancora peggio, strofinarsi i polsi. No, davvero, non fatelo mai.

Al funerale, davanti a me, c’è un boy troppo carino per essere vero. Mi sento come dentro alle mie parodie di rivista femminile e non ho mai tempo di continuare perché ho troppe cene e apericene, spasimanti e dopocene. Mi atteggio da vamp svampita gattamorta, sbatto le ciglia rumorosamente, sbuffo, faccio un po’ la sofferente per attirare la sua attenzione e ragazze, io ve lo dico sempre: funziona! Basta far finta di essere belle e sicure per esserlo. Infatti, neanche un secondo e lui si gira, è bello come il sole e anche io lo sono, anzi io di più. Seguo le dritte che io stessa do alle mie girls e lo ignoro. Lui impazzisce all’idea di non essere visto, si alza e si siede vicino a me. A quel punto e solo a quel punto faccio finta di accorgermi della sua presenza, lo guardo un po’ distratta, sorrido ma senza esagerare. Lui invece mi fissa e sorride sbalordito. È amore a prima vista, per sempre, amore vero e infinito, passionale. Il prete parla, noi ci alziamo e penso che tra qualche mese torneremo in questa chiesa per sposarci e io sarò la sposa, una principessa, non mi sembrerà vero e dovrò nascondere le occhiaie e l’emozione con un nuovo correttore illuminante comprato apposta per l’occasione. Come consiglio sempre alle mie lettrici sceglierò il più bell’abito da sposa che, mi raccomando, non è mai quello che va di moda, ma quello in cui ti senti a tuo agio e sei te stessa, deve essere come la tua seconda pelle e lui mi dice che sono l’unica donna della sua vita e sempre lo sarò. Ci saranno pochi invitati ma buoni, quelli giusti, gli stessi che quando ci separeremo (perché non è vero che ero l’unica donna della sua vita, gli uomini sono delle merde e mentono sempre, ricordatevelo), capiranno perché sono amici veri. L’amicizia è fondamentale nella vita e trovare un amico è come trovare un tesoro, lo dico sempre alle mie fan. Ma non perdiamoci a fantasticare. Siamo al funerale di quello stronzo che mi ha obbligata a nascondere il dolore e quindi devo aspettare per incoronare il nostro sogno. Con la mano mi sfiora un braccio e mi dice che si chiama Marco e io rispondo che sono Fede, “non so se hai presente, quella dei consigli di Fede”. Lui mi riconosce, si illumina e dice che mi faceva bella e simpatica, ma non così bella, e non così simpatica. Ma sono bellissima e simpaticissima, allora! Mi conquista, sembra che ci conosciamo da sempre. Mentre il prete parla e tutti si siedono lui mi bacia, ricambio e ora citerò me stessa: il bacio è lo specchio della relazione. Sento che io e Marco ci amiamo anche se sono incazzata ma non so più perché. Poi mi ricordo, o capisco, che il mio consulente d’immagine non ci sarà al mio matrimonio con Marco perché è un egoista, lo odio e mi sento triste. Piango, ma non succede niente perché il correttore è una bomba e resiste anche all’alluvione.

Un racconto di Federica Tulli

Illustrazione di Marta Perroni

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