Fantasie discount

Le CCTV ti inquadrano in uniforme rosso-pacchiano. Malgrado le perle di sudore addosso, la luce pietosa dei neon non ti rende smagliante come fa con pere e meloni bagnati di fresco. Lavori in cassa e sfoggi al seno l’etichetta con il tuo nome; liberi merci dai codici a sbarre passandole da un mondo in cui erano esposte e quasi intoccabili a uno in cui si consumano e basta.

… Rotoli di carta igienica, biscotti idrogenati e pacchi sanguinolenti di carne bippavano l’ultimo saluto e cadevano nella fossa comune del carrello…

Tutto è di passaggio nel vecchio discount alla periferia est della tua città natale: tutto transita tranne te.

Il rullo della cassa si attiva e tu allunghi il braccio in cerca di merci. Le tue dita non trovano oggetti da traghettare, mentre un uomo avanza proiettandoti la sua ombra addosso. Alzi lo sguardo e vedi che, anziché maneggiare denaro, ti punta contro un’arma.

«Alza le mani e dammi tutto».

Ha proprio una bella voce, calda e rassicurante.

Il passamontagna fa somigliare la sua testa a un enorme buco di serratura appoggiato sopra le spalle, come fosse uno strappo nell’illusione bidimensionale della realtà.

Uno squarcio nel trompe-l’oeil steso sulla tua retina.

… quando ti sei accorta che dai clienti c’era poco da sperare, hai iniziato a parlarti da sola e darti del “tu” come una matta…

«E ora che fai?», ti chiedi muovendo le labbra dipinte di rosso.

«Ti ammazzo. Se non metti i soldi qui», ti risponde.

La sua voce trema, mentre il suo zaino logoro balza sulla cassa come fossero le fauci di un lupo smilzo.

… ti hanno preparata anche a questa richiesta: attraverso le maglie della calza elastica, avevi riconosciuto la faccia del team-leader che agiva come un rapinatore di un pessimo film. Durante l’esercitazione avevi trovato a occhi chiusi l’allarme e recitato a memoria la formula per prendere tempo…

«Mantieni la calma e fa’ tutto quello che dice lui», ti ripeti a voce alta, mentre le tua dita tastano in cerca del pulsante nascosto lì sotto, accanto all’apertura di cassa.

«Lui chi?» Il rapinatore urla coprendo la musica pop. Come se fosse la scenata di un uomo geloso, si guarda attorno, a cercare qualcuno nel discount vuoto, mentre il suo dito si avvicina al grilletto: «Di chi diavolo parli?»

È qui che pensi che in fondo non è troppo diverso dagli altri. 

… tutti i clienti hanno preso un pezzo di te insieme alle merci. Ti hanno rubato tempo, sorrisi e parole senza neanche pagarli, finché arriverà il giorno della tua scadenza

Se non altro, lui è sincero.

«Sei sorda o cosa?»

Quando tende il braccio, l’estremità della canna ti sfiora la bocca. La guardi dal basso e gemi mentre le tue dita si fermano sotto la cassa. I polpastrelli tra le cosce tastano in mezzo alle gambe non lontano dall’apertura. L’intimità del momento è pornografica e tu ti vergogni come una ragazzina appena scoperta.

«Cosa fai con la mano? Tirala su».

L’etichetta vola via dal tuo petto. I bottoni schizzano a terra come bossoli quando ti strappi la camicia a liberarti dell’uniforme. Ti muovi così in fretta che l’uomo non reagisce quando gli afferri la testa premendola al petto. Incurante delle CCTV, la sua pistola cade sul rullo.

«Saremo complici e amanti: una vita senza turni e divise, solo passamontagna; o nudi del tutto».

Lui ti guarda impaurito dalle feritoie del passamontagna, mentre la tua cascata di vocali lo assale: non avevi mai immaginato di vivere da fuorilegge, ma la minaccia di una pallottola non più grande di un sassolino ti ha scatenato una frana dentro. Il cemento del discount non sembra sufficientemente armato da poterla arrestare.

Fa un grande sforzo per liberarsi dal tuo abbraccio e correre via. Zoppica come se ogni contatto col tuo stesso suolo gli scaricasse addosso un dolore insopportabile. Tu continui a sorridere anche quando le porte scorrevoli cigolano e lui scompare, lasciandoti sola. La tua mano tiene il petto dove era la sua testa e blocca il crollo dei pezzi della tua frana; deve averlo capito al contatto, che i tuoi seni non sono più freschi.

… anche al negozio dovevate gettare le merci avvizzite, se neppure in offerta i clienti le volevano…

Il discount ha retto all’urto e la valanga di detriti lo ricopre, rivelando la sua vera natura di bunker.

Le CCTV ti inquadrano ancora, dispersa nella costellazione di bottoni per terra e nuovamente ingabbiata tra merci e codici a barre. Tu calpesti l’etichetta che parlava di te e afferri la pistola che giace sul rullo come una merce dimenticata.

«Buongiorno a lei».

Quando la voce del cliente ti distoglie dal sogno, tu alzi sguardo e pistola, e sorridi, mentre il tuo dito sfiora il grilletto.

«Alzi le mani e mi dia tutto».

Un racconto di Gabriele Galligani

Illustrazione di Elena Giorgiana Mirabelli

Lascia un commento